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 Verbo

Transitivo modifica

incutere (vai alla coniugazione)

  1. instillare lentamente ma inesorabilmente o far scaturire in modo subitaneo stati d'animo e sentimenti che possono trascorrere dal rispetto non privo di una certa cautela al timore reverenziale, dalla soggezione fino al terrore, all'orrore e simili capaci solitamente di imporsi insieme all'aura soggiogatrice o alla impressionante singolarità di chi o di ciò che li ispira
    • Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. (Henry David Thoreau, Disobbedienza civile, traduzione di Manuella Federella)
    • Era d'una magrezza che incuteva ribrezzo; altissimo di statura; e più alto, Dio mio, sarebbe stato, se il busto, tutt'a un tratto quasi stanco di tallir gracile in sù, non gli si fosse curvato sotto la nuca in una discreta gobbetta, da cui il collo pareva uscisse penosamente, come quel d'un pollo spennato, con un grosso nottolino protuberante, che gli andava sù e giù. (Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal)
 
«la vita mi incute un indicibile spavento»
(Henrik Ibsen, Il terrore della luce, Poesie, traduzione di Fausto Valsecchi)

  Sillabazione modifica

in | cù | te | re

  Pronuncia modifica

IPA: /inˈkutere/

 Etimologia / Derivazione modifica

dal latino incutere (vedi incutio) "battere contro, percuotere", ove *cutere va letto come quatere "scuotere, far tremare" (vedi quatio)

  Sinonimi modifica

   Contrari modifica

  Traduzione

Vedi le traduzioni

Bibliografia modifica

  • Devoto-Oli, Vocabolario illustrato della lingua italiana, Tomo I, Milano 1977
  • Castiglioni-Mariotti, Vocabolario della lingua latina, Loescher, 1989
  • Biblioteca (progetto Manuzio) di Liber liber