Termine dialettale usato in Sicilia per indicare una persona misantropa, schiva, triste, poco incline ai contatti umani. Di etimo incerto, probabilmente derivante da "lupo" e "covo" (tana del lupo) con lo scopo di alludere a persona che, come un lupo nella sua tana, ama vivere isolata e fuggendo da ogni contatto umano. Un'altra possibile interpretazione è proposta da Pietro Moceo (nel suo libro "Ammogghia sta atta" - Flaccovio editore 2014): “Lupo Cuvio” rimanderebbe al lupo di Gubbio, un animale scontroso e poco socievole. Usato talvolta anche per descrivere una persona subdola, che muove sotto la cenere, che osserva segretamente, che si nasconde.