tubercolosi (  approfondimento) f inv

  1. (medicina) malattia contagiosa causata dal bacillo di Koch che si localizza nei polmoni e in altri organi, provocandovi la morte delle cellule
  2. (botanica) malattia delle piante provocata da batteri o da funghi
tu | ber | co | lò | si

IPA: /tuberkoˈlɔzi/

da tubercolo (dal latino tubercŭlum cioè "piccola escrescenza, piccolo tumore")

 
«La tubercolosi perseguita l'umanità dai tempi più remoti, e fino dai tempi più remoti datano gli sforzi dell'uomo per combatterla. La natura di questi sforzi doveva mutare, di necessità, a seconda del concetto che i medici dell'epoca o del paese si erano fatto della malattia, e specialmente dell'opinione che professavano riguardo alla sua contagiosità. Intorno alla quale le controversie furono vivacissime, senza che potessero trovare una soluzione definitiva nei risultati dell'osservazione e dell'esperienza [...] nella seconda metà del secolo scorso in Italia era generale la credenza che la tubercolosi, massime nella sua forma più comune di tisi polmonare, fosse di natura contagiosa; e, in ossequio a questa credenza, noi troviamo nel Granducato di Toscana, nella Repubblica veneta, negli Stati della Chiesa, nel Regno di Napoli, ecc., pubblicati degli editti in cui venivano prescritte norme rigorosissime per evitare il contagio; norme che, per buona parte, salvo naturalmente i miglioramenti introdotti poi dalla scienza, consuonano con quelle patrocinate dagli igienisti d'oggidì »

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