perocché
perocché
- congiunzione subordinativa, può avere valore:
- causale; si associa con il verbo al modo indicativo o al congiuntivo: poiché, siccome, giacché
- finale; abbisogna del modo congiuntivo, e significa: al fine di, allo scopo di
- concessivo; richiede il modo congiuntivo: sebbene, benché
- pe | roc | ché
IPA: /perokˈke/
«Dirittamente dico, perocchè il pensiero è proprio atto della ragione, per che le bestie non pensano, che non l'hanno; e non dico pur delle notorie bestie, ma di quelle che hanno apparenza umana, e spirito di pecora»
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(Il convito; di Dante Alighieri, a cura di Pietro Fraticelli)
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«E perché mai non si sta contenta solo a narrare i fatti come avvennero senza più? Perocchè il suo fine non è solo di narrare i fatti, ma di ammaestrare narrandoli.»
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(L'arte di scrivere in prosa, per esempii e per teoriche; di Basilio Puoti)
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«Ove poi il promittente la dote, fosse il padre, o l'avo, la sua promessa varrebbe sebbene assolutamente indeterminata nella quantità, e non relativa ad arbitrium boni viri, perocchè la legge stabilisca, che egli deve dare una dote congrua»
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(Istituzioni di diritto romano; di Alessandro Doveri)
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- (causale) poiché, siccome, giacché, essendoché, perciocché, dacché
- (finale) affinché, onde, ché, perché
- (concessivo) seppure, sebbene, benché, malgrado, ancorché, ancorquando
- Tullio De Mauro, Il nuovo De Mauro edizione online su internazionale.it, Internazionale
- Aldo Gabrielli, Grande dizionario italiano edizione online su grandidizionari.it, Hoepli
- AA.VV., Vocabolario Treccani edizione online su treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana
- Enrico Olivetti, Dizionario Italiano Olivetti edizione on line su www.dizionario-italiano.it, Olivetti Media Communication
- Nicola Zingarelli, Lo Zingarelli 1995: vocabolario della lingua italiana, Zanichelli editore, pagina 1317