intridere (vai alla coniugazione)

  1. detto di sostanza solida e solubile ridotta generalmente in polvere o in granuli, immergere in un fluido fino al completo assorbimento per poterla impastare
    • Comare Venera, tutta pettinata, e colle mani intrise di farina, che s'era messa apposta ad impastare il pane, per far veder che non le importava più d'andare al convito dei Malavoglia, rispondeva:
      - Avete voluto la Piedipapera? tenetevela! O lei o io! Tutte e due al mondo non possiamo starci.
      (Giovanni Verga, I Malavoglia)
  2. (per estensione) impregnare o spandere uniformemente di liquido o di sostanza viscosa tuffando, intingendo, bagnando o, più raramente, spalmando senza lesinare
    • l'espressione fare la scarpetta significa intridere avidamente il pane nella zuppa che è rimasta sul fondo del piatto, onde soddisfare la propria ghiottoneria e facilitare il lavoro alla lavapiatti
    • Marco intride i capelli di gel per ottenere l'effetto bagnato
    • Lo colse con un sasso, e a lui pel naso / Stillò il cervello e il suol di sangue intrise. (Giacomo Leopardi, La guerra dei topi e delle rane, Poema)
  3. (senso figurato) saturare, permeare, rendere colmo della presenza di qualcosa
    • Come è venusto, aitante, intriso di antichità e di nudità il Canova! (Giovanni Faldella, Un viaggio a Roma senza vedere il Papa)
in | trì | de | re

dal tema del latino intritus, participio passato di interere (vedi intero), propriamente "triturare"

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Bibliografia

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  • Castiglioni-Mariotti, Vocabolario della lingua latina, Loescher, 1989
  • Biblioteca (progetto Manuzio) di Liber liber