iato (  approfondimento) m sing (pl.: iati)

  1. (linguistica) in fonetica, contiguità di due o più vocali pronunciate con emissione discontinua di fiato che, non formando un dittongo, appartengono a sillabe diverse, come negli esempi pa-u-ra e spa-ia-to; nel passato, soprattutto in poesia, lo iato era spesso marcato con la dieresi sulla prima vocale: Senti raspar fra le macerie e i bronchi / la derelitta cagna ramingando / su le fosse e famelica ululando; / e uscir del teschio, ove fuggìa la luna, / l'úpupa, e svolazzar su per le croci / sparse per la funerëa campagna / e l'immonda accusar col luttüoso / singulto i rai di che son pie le stelle / alle obblïate sepolture (Ugo Foscolo, Dei Sepolcri)
  2. (anatomia) lo stesso che hiatus; termine generico con cui si denominano aperture, brecce, fessure o spazi cavi che attraversano i tessuti o incidono i visceri, come lo iato (hiatus) aortico, esofageo e della Vena cava presenti nel diaframma; lo iato (hiatus) di Winslow, orifizio che mette in comunicazione la cavità peritoneale con la retrocavità degli epiploon; lo iato di Falloppio, attraverso cui passano sia il Grande Nervo petroso che un ramo dell'Arteria meningea media; lo iato mascellare o semilunare, un canale che dal Seno mascellare porta al Meato medio delle cavità nasali
  3. (medicina) meglio conosciuto come hiatus; in ematologia, mancanza nelle cellule sanguigne di uno o più stadi intermedi di maturazione di leucociti (hiatus leucemico) ed eritrociti (hiatus eritremico)
  4. (senso figurato) stacco, interruzione, discontinuità, frattura all'interno di una catena di eventi, di fatti, di dati o di un'azione, una vicenda, un'operazione, ecc. ; incongruenza, soluzione di continuità

i | à | to o ià | to

dal latino hiātus "apertura" da hiāre (hĭo) "aprirsi, spalancarsi, stare a bocca aperta", forse dalla stessa radice del greco antico χαίνω chaíno "sbadigliare"





(senso figurato) stacco, interruzione

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