alacre m / f

   singolare   plurale 
 maschile    alacre    alacri 
 femminile    alacre    alacri 
  1. che opera con sollecitudine, rapidità, volonterosa efficienza o che si caratterizza per queste doti
    • Simona era taciturna quasi quanto la giovine padrona che se n'era andata, ma non altrettanto alacre e svelta; non sempre la casa era in ordine, e ogni volta che zio Remundu tornava dall'ovile lo si sentiva strillare come un'aquila. (Grazia Deledda, Colombi e sparvieri)
  2. (senso figurato) fervido, pronto, vivo, con riferimento particolare a qualità intellettuali prese singolarmente o nel loro complesso
    • Accade ciò perché i ricordi si fan tanto più vivi, quanto più s’allontana l’oggetto? o perché la memoria fanciullesca è più sveglia, più alacre, più fresca? (Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla)
  3. (senso figurato) di ciò che è aperto all'innovazione, in positivo e operoso fermento
    • Su questo orizzonte dinamicamente alacre, Treves e Sonzogno assumono un ruolo guida, diventando i protagonisti attivi del rinnovamento editoriale post-risorgimentale: grazie ad una spregiudicatezza spavalda, che opera, con strategia integrata, sulla catena librorivista-giornale, i due imprenditori sanciscono il successo di nuovi generi e tipi di fruizione, imponendo l'egemonia della cultura milanese sull'intera penisola. (Giovanna Rosa, La narrativa scapigliata)
à | la | cre

IPA: /ˈalakre/ IPA: /aˈlakre]/

dal latino alacer, alacris ossia "vivace", "lesto", "pronto"

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(senso figurato) vivace
(senso figurato) volenteroso
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