irridere (vai alla coniugazione)

  1. prendere di mira qualcuno o qualcosa per farne l'oggetto di uno scherzo, di un satirico dileggio o di una caustica irriverenza non sempre immeritati; raro nell'accezione di ridere bonariamente di qualcuno
 
«M'accende il riso della bocca fresca,
l'attesa vana, il motto arguto, l'ora,
e il profumo d'istoria boccaccesca...

Ella m'irride, si dibatte, implora,
invoca in nome della sua padrona:
"Ah! Che vergogna! Povera Signora

Ah! Povera Signora!..." E s'abbandona.»
(Guido Gozzano, Elogio degli amori ancillari, da I colloqui)
  1. (raro) (senso figurato) infrangere o raggirare volutamente e spesso con compiacimento il contenuto di una norma, un divieto, una prescrizione, ecc.
ir | rì | de | re

IPA: /irˈridere/

dal latino irridēre, infinito presente attivo di irridĕo, dallo stesso significato, con cambio di coniugazione in *irridĕre; a sua volta composto del prefisso in-, dalla preposizione in, "verso, contro", e di rideo, "ridere, deridere"

rendere qualcuno oggetto di dileggio, canzonatura etc.

irridere

  1. infinito presente attivo di irrīdĕo
  2. seconda persona singolare dell'imperativo presente passivo di irrīdĕo
  3. variante della seconda persona singolare dell'indicativo presente passivo (irrīdēris) di irrīdĕo
ĭr | rī | dē | rĕ
  • (pronuncia classica) IPA: /ir.riːˈdeː.re/
  • (pronuncia ecclesiastica) IPA: /ir.riˈde.re/

vedi irrīdĕo

per antica convenzione, i verbi latini sono definiti in base alla prima persona singolare dell'indicativo presente; per la definizione, etimologia etc del verbo si veda dunque irrīdĕo