aduggiare
aduggiare (vai alla coniugazione)
- (letterario) coprire interamente con la propria ombra, con effetti nefasti
- qual ombra è sì crudel che ’l seme adugge (...)? (Francesco Petrarca, Canzoniere, sonetto XLIII, 5)
- per macchie e luoghi ove in perpetuo adugge l’ombra le pallide erbe (Ludovico Ariosto, I cinque canti, canto III, stanza 97)
- (letterario), (senso figurato) rendere sterile, triste, desolato
- questo peccato par che ’l mondo adugge (Luigi Pulci, Morgante, canto XI, stanza 75)
- i guai che erano stati sepolti e come soffocati nell’animo quando una grande sciagura lo riempiva e per dir così, lo aduggiava (Alessandro Manzoni, Fermo e Lucia, tomo III, cap. III)
- (letterario), (raro), (senso figurato) impedire il completo sviluppo di qualcosa, in particolare detto dell'arte, dell'ingegno, della speranza etc.
- e son umil con chi mia speme adugge (Gaspara Stampa, Rime, XLIII)
- arte che insidia il vero, vero che aduggia l’arte (Arturo Graf, Rime della selva, parte II, Il dubbio, 35-36)
- a | dug | già | re
- IPA: /adudˈd͡ʒare/
da uggia, nel senso obsoleto di "ombra"
- (coprire con l'ombra) adombrare
- (rendere sterile, triste, desolato) inaridire, isterilire
- (impedire il completo sviluppo) inaridire, mortificare
- (riflessivo) aduggiarsi
coprire con l'ombra con effetti nefasti
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- Enrico Olivetti, Dizionario Italiano Olivetti edizione on line su www.dizionario-italiano.it, Olivetti Media Communication
- AA.VV., Vocabolario Treccani edizione online su treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana
- Aldo Gabrielli, Grande dizionario italiano edizione online su grandidizionari.it, Hoepli