laboro
laboro (vai alla coniugazione) prima coniugazione (paradigma: labōrō, labōrās, labōrāvī, labōrātum, labōrāre)
- faticare, affaticarsi, sforzarsi, fare sforzi, adoperarsi faticosamente, affannarsi
- nemo quaerit nec scire laborat - nessuno chiede né si adopera per saperlo (Catullo, Carmina, carmen LXVII, 17)
- ut is absolvatur cuius ego causa laboro - affinché sia assolto colui per la cui causa mi affanno (Cicerone, In Verrem, Divinatio in Caecilium, VII, 23)
- is non tam propter Verrem laborat quam quod eum minime res tota delectat - egli non si adopera tanto in favore di Verre, quanto perché l'intera faccenda gli piace pochissimo (Cicerone, In Verrem, Divinatio in Caecilium, VII, 24)
- ius civile didicit, multum vigilavit, laboravit - apprese il diritto civile, a lungo stette sveglio, si sforzò (Cicerone, In Verrem, Pro Murena, XIX)
- soffrire, essere afflitto, essere in pena
- (in particolare), (medicina) essere ammalato, soffrire di un male
- cum ex renibus laboraret - quando era ammalato ai reni (Cicerone, Tusculanae disputationes, liber II, LX)
- essere in pericolo, essere a rischio
- me (...) ad eam partem accessisse rei publicae sublevandae quae maxime laboraret - io (...) mi sono accinto a sorreggere quella parte dello stato che massimamente era in pericolo (Cicerone, In Verrem, Divinatio in Caecilium, III, 9)
- (astronomia), (di corpi celesti) eclissarsi, oscurarsi
laboro (vai alla coniugazione) prima coniugazione (paradigma: labōrō, labōrās, labōrāvī, labōrātum, labōrāre)
- produrre, realizzare, costruire, fabbricare
- (agricoltura), (di piante, messi) coltivare, produrre
- lă | bō | rō
Ascolta la pronuncia (pronuncia classica) :
dal sostantivo labor, "fatica, sforzo, sofferenza, pena"
- nel senso di "faticare, sforzarsi" etc. il verbo può essere impiegato o assoluto o con complemento di fine o scopo, espresso in dativo oppure introdotto da preposizioni quali pro, in, de, propter eccetera; può altresì reggere una subordinata finale introdotta da ut o oggettiva con verbo all'infinito
- nel senso di "soffrire, essere in pena", "essere ammalato" o "essere in pericolo" il verbo può essere impiegato o assoluto o con complemento di causa, espresso in ablativo semplice oppure introdotto da preposizioni quali a, ab, ex, in...
- almeno in latino classico il verbo non ha il significato di "lavorare" nel senso di "svolgere un compito", se non appunto nel senso lato di "faticare, fare sforzi" (così come labor non ha il senso di "lavoro" inteso come "compito, impegno" ma solo come "fatica, sforzo"; assumerà tale accezione solo nel latino volgare e medievale
- il verbo, utilizzato principalmente come intransitivo, è raro nella diatesi passiva se non nelle terze persone ad utilizzo impersonale, nel senso di "si fatica, si soffre" etc. L'utilizzo come verbo transitivo si ritrova solo successivamente all'età augustea
- (faticare, sforzarsi, affannarsi, adoperarsi faticosamente) enitor, nitor, conor, connitor, tendo, contendo, luctor
- (soffrire, essere in pena) excrucior, obduro, patior, angor (passivo di ango), maereo
- (essere ammalato) aegroto
- (essere in pericolo) periclitor
- (eclissarsi, oscurarsi) deficio
- (produrre, costruire, fabbricare) facio, produco, creo, construo, extruo, fabricor, fero
- discendenti in altre lingue
- ora et labora - "prega e fatica" ovvero "prega e sii operoso" (ma spesso tradotto anche come "prega e lavora"); motto dei monaci benedettini (approfondimento)
- Enrico Olivetti, Dizionario Latino Olivetti edizione on line su www.dizionario-latino.com, Olivetti Media Communication
- Charlton T. Lewis, Charles Short, A Latin Dictionary, lemma laboro (edizione online sul portale del Progetto Perseus)